mercoledì 28 luglio 2010

Moka


È la nostra società forse a volerlo. Andare sempre di fretta, una continua corsa contro il tempo mentre questo andrebbe solo trovato per assaporare i piaceri della vita. Questa frenesia moderna ci sta privando di tante piccole, belle abitudini, alcune legate alla tradizione italiana e all’immagine che negli anni abbiamo veicolato nel mondo. Una di queste è sicuramente il caffè. Lo facciamo meglio degli altri e ci piace berlo. Il caffè è un’arte, come la sua preparazione è un rito con le sue regole ferree. In poche parole bisogna saperlo fare sto benedetto caffè! Per questo motivo sono in tanti ad aver rottamato la cara vecchia moka sostituendola con una più pratica e sicuramente meno impegnativa “macchina a cialde”. Tutto facile, nessuna menata e tanto tempo risparmiato. E ci può stare. Il caffè rimane comunque buono. Ma non venite però a dirmi che “il caffè della moka mi fa schifo”, “non riesco più a berlo” o peggio “perde tutto il suo aroma”. No, il vostro problema è un altro: non lo sapete preparare. Non sapete usare la moka e basta. La mitica caffettiera dalla forma “a clessidra” impone delle regole (un po’ come i diesel), necessita di attenzioni (e manutenzioni: cambio del filtro, della guarnizione...). Per prima cosa va riempita di acqua fredda fino al livello della valvola di sicurezza, mentre il caffè macinato va messo fino al colmo e non pressato. Anche l’avvitamento delle due parti va fatto bene. Scaldate a fuoco basso e, prima che il caffè sia completamente uscito, togliete la caffettiera dal fuoco. Altra regola fondamentale: la moka va lavata solo con l’acqua.

NB: Il business delle caffettiere negli ultimi due anni è calato del 26%.
La Bialetti ha chiuso lo stabilimento di Omegna (VB).

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